Certificati medici tardivi: tutto ciò che si deve sapere

Certificati medici tardivi: tutto ciò che si deve sapere


In questo articolo esploreremo i certificati medici di malattia per i lavoratori dipendenti, con un’attenzione particolare ai certificati retroattivi che spesso vengono compilati dai medici in modo a volte “indiscriminato”.
Discuteremo dei rari casi in cui è effettivamente possibile emettere un certificato medico di malattia tardivamente e le seccanti conseguenze di un certificato non valido.

Il certificato medico di malattia per lavoratori dipendenti

È un documento ufficiale rilasciato da un medico per attestare l’incapacità temporanea del lavoratore nello svolgere le proprie mansioni… e fin qui!!
Il principale incaricato per la gestione delle malattie comuni è il medico di base, chiamato anche medico di famiglia, il quale può certificare l’incapacità temporanea del lavoratore garantendo così la corretta gestione delle assenze e della relativa indennità.
Quindi è bene evidenziare da subito che le parti coinvolte nel gioco non sono solamente datore e dipendente ma anche L’Istituto di Previdenza che viene chiamato in causa, spesso come attore principale, e, pertanto, ha pieno diritto di dire la sua.

Il certificato di malattia lo può emettere solo il medico di base?

No, possono provvedere anche guardia medica e/o medici specialisti o ospedalieri in caso di paziente in cura.

Quando inizia davvero la malattia?

Di norma, la malattia decorre dalla stessa data in cui il certificato medico viene emesso. Questo significa che il giorno in cui il medico rilascia il certificato è anche il primo giorno di malattia. Punto. Da qui non si scappa.
La retroattività non è consentita oltre il giorno stesso della visita, pertanto, un certificato retroattivo di più giorni potrebbe non essere valido.

Perché “di norma” e “potrebbe”?

Perché in effetti un singolo, isolato e raro caso di tolleranza relativamente alla data di emissione c’è, ovvero:

  • in caso di visita domiciliare (badiamo bene, non ambulatoriale ma domiciliare)
  • e solo nel caso in cui la visita domiciliare viene richiesta dopo le ore 10:00 del mattino.

PS: chissà perché spesso i medici si sbagliano!!
Nelle due ipotesi, e solo quelle, si può andare indietro, e comunque solamente di un singolo giorno.
Per il resto dei casi, salvo ovviamente errori amministrativi o impossibilità di visita immediata a causa di gravi problemi di salute, la malattia decorre dalla data della visita/emissione del certificato medico. E anche qui mettiamoci un bel: punto!!

Cosa succede nella realt

Purtroppo, nella realtà dei fatti sono estremamente frequenti certificati medici di malattia che non tengono minimamente conto di queste disposizioni.
Il più comune dei casi si ha quando il dipendente si reca dal medico (…o per far prima …telefona …) di lunedì, dichiarando di essere in malattia dal venerdì, o dal sabato, ed ecco che pronti-via il certificato medico è bello che fatto, e avanti il prossimo!
Ma cosa succede poi, e chi ci rimette davvero?
Il dipendente è sicuro di aver agito nel proprio interesse con questa manovra?
Sottolineiamo come prima cosa un concetto molto semplice: nei giorni festivi o fuori dall’orario di lavoro del medico di base, la guardia medica può rilasciare certificati di malattia.
Pertanto, la giustificazione “non c’era il mio medico quindi ho aspettato il lunedì” non attacca!!

Le conseguenze di un certificato medico retroattivo

Cosa succede ai giorni antecedenti all’emissione?

Senza una giustificazione adeguata come una visita domiciliare, l’INPS non riconoscerà l’indennità per i giorni non coperti da un certificato valido.
Questo significa che il dipendente perde i giorni di indennit per quel periodo, il quale resta quindi scoperto a causa di un certificato medico non valido.
Inoltre, restando scoperti, il datore di lavoro potrebbe considerare questi giorni come assenza ingiustificata con possibili conseguenze disciplinari. Anche se alcuni la ritengono “giustificata “ per il solo fatto che esiste un certificato, ma non retribuita ..
Quindi siamo sicuri che al dipendente convenga chiedere al medico di andare a ritroso il più possibile?
Se si è impossibilitati a recarsi in guardia medica nel weekend non è meglio “accontentarsi” di far decorrere la malattia dal lunedì?
Accontentarsi poi tra virgolette, perché in realtà conviene!

“Me che ne so io, mica sono un dottore”

Certo, in un mondo ideale è il medico che dovrebbe tenere conto di questo aspetto assolutamente fondamentale, sia per non nuocere al proprio paziente, il quale perde giorni di indennità, sia per evitare sanzioni disciplinari da parte dell’Ordine dei Medici dovute a responsabilità per dichiarazioni false o mendaci.

Quindi che fare?

Evidentemente questo dettaglio sfugge molto spesso ai medici, pertanto ritengo che sarebbe buona cosa adoperarsi per una maggiore sorveglianza su questa questione su più fronti, istruendo sia i propri dipendenti sia chi ha il compito di rendicontare le presenze dei lavoratori.
Con i medici si può, anzi, si dovrebbe proprio collaborare al fine di chiarire eventuali dubbi sui certificati ricevuti, ma il rischio è che il problema venga a galla a diverse settimane di distanza, ossia quando è il momento di conteggiare la corretta indennità di malattia in busta paga.
A tal punto ormai il treno è passato e l’unica soluzione sarà decurtare i giorni non coperti.

Non è finita qui

Anzi questo è solo l’”inizio”… o una “continuazione”? O una “ricaduta”??

A parte i giochi di parole, un altro argomento scottante sono le tipologie di certificati medici di malattia esistenti, ossia quello di inizio, di continuazione e di ricaduta.
Anche qui un disastro quando usati impropriamente e con conseguenze ancora peggiori… ma ne parleremo prossimamente

Stiamo all’erta

È veramente fondamentale per le aziende vigilare sull’emissione dei certificati medici al fine di garantire la correttezza e la validità dei periodi di malattia dichiarati dai propri dipendenti.
Una gestione accurata dei certificati medici aiuta a prevenire abusi e a tutelare sia i diritti dei lavoratori che quelli dei datori di lavoro, i quali potrebbero trovarsi a dover rendere conto all’INPS; pertanto, è meglio darci un’occhiata in più monitorando regolarmente i certificati medici ricevuti.



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